COSTELLAZIONI

COSTELLAZIONI

Esplorazione ed elaborazione degli archetipi e dei miti familiari

Cosa sono gli archetipi nel sistema delle costellazioni? Sono le credenze, gli schemi mentali, la visione delle cose del mondo, l’immagine che abbiamo di noi e degli altri, l’idea che ci siamo fatti di come dovrebbe andare la vita.

E cosa significa esplorare ed elaborare gli archetipi? Voglio usare una metafora. Tutti noi ci muoviamo per le strade della vita usando una mappa. Questa mappa è del tutto personale e, sebbene le strade principali, le autostrade, siano pressoché uguali per tutti, le vie e i vicoli più piccoli sono invece leggermente diversi per ciascuno di noi. Solo che tu non lo sai, pensi di avere la stessa mappa che hanno gli altri.

Non solo. Spesso la mappa che usi non è aggiornata. Niente di più facile, in questo modo, che non trovi la strada giusta verso la tua meta oppure che ti perdi del tutto.

Tutti noi che usiamo spesso l’internet, sappiamo che le mappe di Google vengono aggiornate periodicamente, ma nessuno ci insegna che anche le mappe del mondo interiore devono essere adeguate ai cambiamenti, al tempo che passa, agli spazi che si evolvono.

Cosa sono queste mappe? Mettiamola così: la mappa è per gli archetipi ciò che l’Olimpo rappresenta per gli dei. È il luogo in cui vivono perpetuandosi nel tempo e nello spazio.

Le credenze e gli schemi sono le vie e le strade. Ma te lo immagini orientarti oggi con le mappe del sedicesimo secolo, per esempio? Se le mappe non vengono aggiornate, va da sé che, al primo ostacolo, perdi la strada, senza nemmeno capire perché. Sei certa e certo che la tua cartina sia corretta, eppure quando prendi certe direzioni, non riesci a raggiungere la meta. Magari ti ci avvicini e a volte addirittura la intravedi, ma niente di più.

Come mai non raggiungi la tua mèta? Semplice, la mappa che hai a disposizione, è stata compilata da altri che hanno percorso quel territorio prima di te. Ecco qui sta l’inghippo. Anzi, gli inghippi.

Primo inghippo: chi ha compilato la mappa non era/non è te. Era/è un’altra persona, con possibilità esplorative e modi di esplorare e fare esperienza diversi.

Secondo inghippo: quando questa persona ha compilato la mappa, il territorio era diverso (ricordi? le piccole vie e i vicoli non li vediamo tutti dalla stessa prospettiva), i materiali che lo componevano erano o sono diversi.

Terzo inghippo: i mezzi per percorrere quelle strade erano o sono diversi.

Con questo non intendo dire che territorio e mezzi fossero migliori o peggiori, non si tratta di questioni di merito. Semplicemente, ora non è così, tu non sei così, la prospettiva è diversa, i materiali sono diversi, i mezzi sono diversi.

È cambiato il territorio e tu non sei la stessa persona che ha compilato la mappa che stai usando.

Ciò non significa che devi buttarla via, anzi. Qualcuno ha fatto un gran lavoro, risparmiandotene una parte e tu hai non solo la possibilità di fare l’aggiornamento, di inserire nuove vie, per esempio, o mète diverse ma anche il diritto e il dovere di farlo. Per agevolare te stesso, prima di tutto. E per consegnare ad altri mappe più adeguate.

Ma per fare questo, prima è necessario che tu sia consapevole che: 1) ti stai muovendo con una mappa; 2) quella mappa non è stata compilata per le tue esigenze ma per le esigenze di chi aveva una possibilità di visione del territorio diversa dalla tua; 3) tu hai la possibilità e il diritto/dovere di aggiornare quella mappa.

Ecco. Al di là dei falsi miti, delle resistenze, della spettacolare catarsi in stile tragedia greca di cui narra la leggenda (e anche certa “stampa” facilona e acchiappa-audience) sulle costellazioni, questa è una metafora che uso quando ne parlo a chi non le conosce.

Si tratta in realtà di comprendere e accogliere un concetto assai pratico: quello di responsabilità.

Ciascuno di noi ha diritto e dovere (anche qui) di essere responsabile di sé e per sé e di restituire la responsabilità che non gli o le compete a chi di competenza, anche se questa persona non è più vivente.

A volte, infatti, le eredità invisibili sono di gran lunga più impegnative di quelle materiali e tangibili. Pensa soltanto alla struttura che regola le tue emozioni, una delle eredità più importanti che tutti, nessuno escluso, raccogliamo dalle generazioni che ci hanno preceduto. Ma è proprio questa eredità che rischia di risucchiarci dentro interazioni che nella nostra vita non sono funzionali, e a volte ci danneggiano. Rimodulare questa struttura significa aggiornare la mappa ma, prima ancora, ridisegnare il territorio.

E in questa direzione, le costellazioni sono uno strumento potente ed efficace, sia che vengano eseguite in sessioni individuali o in gruppo.

La via del gruppo è senza dubbio più impattante, perché mette a disposizione tutta una gamma di interazioni in un setting fenomenologico, ossia nel “qui ed ora” che è oltre il tempo e lo spazio. E in questo setting è davvero difficile sottrarsi al “gioco”. Si è in qualche modo “costretti a giocare” con quello che emerge. Tutti gli “attori-archetipi” sono lì sotto i nostri occhi, proprio in quel preciso istante e ci chiedono di interagire.

Le sessioni individuali, dal canto loro, rendono possibile una presa di coscienza che potrei definire più intima, ma non per questo meno significativa, liberandoci dai condizionamenti con un ritmo che è solo nostro e che scegliamo insieme al professionista che ci segue in questo aggiornamento delle mappe, così da scoprire -ed eventualmente ristrutturare- un territorio più adeguato e funzionale alle nostre esigenze.

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